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Medicina dello Sport 2015 September;68(3):515-22
Copyright © 2015 EDIZIONI MINERVA MEDICA
lingua: Italiano, Inglese
Ruolo dell’attività motoria nella prevenzione dell’osteoporosi: studio osservazionale di un campione di atleti
Arrighi A. 1, Tallone C. 2, Casabella A. 3, Venzano V. 1, Pistorio A. 4, Seriolo B. 3, Molfetta L. 1, 3
1 Scuola di Dottorato in Scienze e Tecnologie Biomediche, Dipartimento DINOGMI, Università degli Studi di Genova, Genova, Italy; 2 Corsi di Laurea in Scienze Motorie, Università degli Studi di Genova, Genova, Italy; 3 Centro di Ricerca sull’Osteoporosi e patologie Osteoarticolari, Università degli Studi di Genova, Genova, Italy; 4 Servizio Epidemiologia Clinica e Biostatistica I.R.C.C.S. Giannina Gaslini, Università degli Studi di Genova, Genova, Italy
OBIETTIVO: L’osteoporosi è una patologia sistemica e progressiva dello scheletro, caratterizzata da una ridotta massa ossea e da alterazioni della microarchitettura del tessuto osseo. L’esercizio fisico regolare è un cardine dei programmi d’intervento nella gestione dell’osteoporosi. Questo studio si prefigge di valutare le variazioni in eccesso o in difetto della densità di massa ossea negli atleti sottoposti a diverse tipologie di attività motoria, valutando altresì come una stimolazione meccanica dinamica nello sportivo possa essere sufficiente per ottenere un miglioramento della mineralizzazione ossea.
METODI: Sono stati reclutati 45 soggetti maschi di età compresa tra i 23 e i 74 anni; 15 erano cestisti, 15 ciclisti e 15 nuotatori. Abbiamo sottoposto il gruppo di studio alla densitometria ossea calcaneare. Tutti i partecipanti svolgono un minimo di 2 sedute settimanali di allenamento fisico.
RISULTATI: L’attività fisica agisce positivamente sui principali fattori di rischio dell’osteoporosi, diminuendo significativamente il rischio di fratture, purché rispetti determinate regole. Affinché lo stimolo indotto dall’esercizio sia osteogenico e rimodellante, il carico meccanico scheletrico deve essere superiore ad una soglia minima efficace, anche se un eccesso di sollecitazioni produce un osso con minore resistenza biomeccanica.
CONCLUSIONI: Lo studio dimostra che è fondamentale agire in prevenzione primaria evidenziando a chi educa bambini e ragazzi che è bene attuare programmi compensativi di attività motoria con impatto e con carico.