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Medicina dello Sport 2009 December;62(4):467-80

Copyright © 2010 EDIZIONI MINERVA MEDICA

lingua: Inglese, Italiano

Analisi descrittiva delle non idoneità alla pratica dello sport agonistico in Piemonte: dieci anni di certificazioni

Gottin M., Ganzit G. P., Ottino M.

1 Sports Medicine Unit, Local Health Unit TO4, Chivasso, Turin, Italy 2 Sports Medicine Institute, Turin, Italy 3 Department of Epidemiology, Local Health Unit TO4, Chivasso, Turin, Italy


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Obiettivo. L’Italia ha un sistema di sorveglianza della salute degli atleti, basato sulla certificazione della idoneità/inidoneità sportiva agonistica. I medici certificatori hanno l’obbligo di trasmetterne copia agli uffici competenti della Regione (in questo caso il Piemonte) dove è attivo un Osservatorio del flusso. E’ stata quindi avviata un’analisi descrittiva delle caratteristiche di questa popolazione e del modello di rilevazione dei dati.
Metodi. Sono stati analizzati i certificati 1997-2006, accorpando sede della visita, sesso, età, sport praticato e patologia causa dell’inidoneità. Dal 2007, tutte le visite sono state registrate ed è stato così possibile stimare i denominatori, altrimenti non presenti, da quell’anno. Analogamente è stato usato l’archivio dell’Istituto di Medicina dello Sport di Torino, pur con i limiti legati alla differente popolazione di sportivi afferente. Abbiamo analizzato gli andamenti temporali delle inidoneità con il test del “Chi quadro” e con il metodo della regressione “joinpoint”, che consente di individuare i punti di mutamento di direzione del fenomeno studiato.
Risultati. Sono stati raccolti 2 422 giudizi di inidoneità, relativi a oltre 50 sport. La prevalenza calcolata è di 1,86 per 1000 visite, con l’83% di uomini, e maggior prevalenza fra gli 11-15 anni. Lo sport con il numero maggiore di non idonei è il calcio, seguito dal ciclismo e dalla ginnastica; la patologia più frequente è quella cardiocircolatoria.
Conclusioni. Il patrimonio di informazioni raccolto apre interessanti prospettive epidemiologiche, a condizione di migliorare la qualità dei dati e standardizzare le diagnosi. La prevalenza di patologie cardiovascolari suggerisce l’opportunità di rendere obbligatorio il monitoraggio del tracciato ECG.

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