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AREA MEDICA
Medicina dello Sport 2009 December;62(4):455-65
Copyright © 2010 EDIZIONI MINERVA MEDICA
lingua: Inglese, Italiano
La Sindrome di Wolff-Parkinson-White: utilità dello studio elettrofisiologico nello sportivo. Un caso clinico
Franculli F. 1, 2, D’Ascia S. L. 3, Liguori V. 3, Marino V. 3, Ar-turo C. 3, Argenziano L. 3, Pio A. 2, Capuano V. 1, D’Ascia C. 3
1 Operative Unit of Cardiology with Utic and Sports Medicine “Fucito” di Mercato San Severino Hospital, ASL SA/2, Salerno, Italy 2 Social and Sports Medicine Institute, Salerno Medical Sports Medicine, Salerno, Italy 3 Elettrophysiology and Elettrostimulation Laboratory, Department of Clinical Medicine, Cardiovascular and Immunological Sciences, “Federico II” Faculty of Medicine and Surgery, University of Naples, Naples, Italy
La sindrome di Wolff-Parkinson-White (WPW) è definita come l’associazione di pre-eccitazione ventricolare e tachiaritmie potenzialmente fatali. Le caratteristiche elettrocardiografiche consistono in un accorciamento del tratto PR, un allargamento del QRS con anomalie della fase di ripolarizzazione, e nella presenza dell’onda delta, queste anomalie corrispondono anatomicamente alla presenza di un fascio anomalo che collega direttamente atri e ventricoli. La sindrome di WPW presenta una prevalenza all’incirca dell’1,5 per mille. LF, giovane donna di 20 anni, con familiarità per WPW, dall’età di 12 anni praticava attività sportiva amatoriale, nonostante la diagnosi di WPW, dopo una valutazione Cardiologica di 1° livello negativa per tachiaritmie spontanee o inducibili. Quasi completamente asintomatica nel corso degli anni, di recente in corso di screening cardiologico pre-operatorio, ripeteva, senza riscontro di eventi aritmici, lo screening di I livello e successivamente veniva inviata a valutazione dello Specialista in Medicina dello sport per la prosecuzione dell’attività sportiva. Sebbene LF praticasse attività amatoriale, si praticava studio elettrofisiologico transesofageo (SETE) con induzione di un episodio di fibrillazione atriale pre-eccitata sostenuta, con RR minimo di 240 ms. In seguito si praticava Studio elettrofisiologico endocavitario (SEF) con ricostruzione tridimensionale delle camere cardiache mediante sistema Navx, con diagnosi di fascio di Kent postero-settale ad estrinsecazione anche epicardica, che veniva sottoposto ad ablazione transcatetere mediante erogazione in radiofrequenza. Nei casi di WPW, la concessione dell'idoneità agonistica dev’essere sempre condizionata all'esecuzione dello SETE in tutti i pazienti ed all’esecuzione dello SEF nei pazienti sintomatici per eventi aritmici. Infine, a nostro avviso la differenza tra pratica sportiva agonistica e non, se ha una sua ragione di esistere da un punto di vista medico-legale, diventa assolutamente irrilevante in relazione all’impegno cardiovascolare.