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AREA MEDICA   

Medicina dello Sport 2008 December;61(4):455-65

Copyright © 2008 EDIZIONI MINERVA MEDICA

lingua: Inglese, Italiano

Esercizio fisico per il management pressorio: i parametri da considerare sono solo l’intensità e la durata?

Ripari P. 1, 2, Di Blasio A. 1, Civino P. 2, Sablone A. 1, Gallina S. 1

1 Sports Medicine Section, Department of Human Motor Sciences Faculty of Motor Science Education, University of Chieti-Pescara, Chieti, Italy 2 School of Sports Medicine, University of Chieti-Pescara, Chieti, Italy


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Obiettivo. Scopo dello studio è stato indagare se, a parità di durata e intensità relativa, ci fosse una differente risposta pressoria o cardiaca all’esercizio con 5 diversi attrezzi utilizzati nelle sedute di cardiofitness.
Metodi. Lo studio è stato condotto su 35 sedentari di sesso maschile, in buona salute e normotesi e con un’età media pari a 25,13±2,39. Ciascun partecipante ha effettuato, per ogni attrezzo, una seduta da 80 min divisa in: 10 min di riscaldamento al 45% della riserva di frequenza cardiaca (HRR), 35 min al 55-60% della HRR, 5 min di defaticamento al 45% della HRR e 30 min di recupero. Frequenza cardiaca ed elettrocardiogramma (ECG) sono stati monitorati e registrati in maniera continua. La pressione arteriosa è stata misurata baseline, al 10°, 25°, 40° e 50° min di lavoro e al 5°, 10°, 15° e 30° min di recupero; la variazione del grado di percezione dello sforzo (RPE) è stata rilevata mediante scala di Borg congiuntamente alla pressione arteriosa. Le 5 sedute sono state eseguite con: treadmill runner, cross trainer, recumbent bike, bike e power arm.
Risultati. Il power arm ha fatto registrare la peggiore risposta diastolica durante esercizio e recupero; il cross trainer la migliore. La RPE è stata più alta al power arm e uguale negli altri 4 attrezzi. Nessuna differenza nella risposta sistolica e nei tracciati ECG.
Conclusioni. L’esecuzione di una prova da sforzo specifica è necessaria per evitare l’eccessivo incremento pressorio registrato al power arm che potrebbe incrementare il rischio cardiovascolare dei praticanti ipertesi.

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