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AREA CLINICA
Medicina dello Sport 2005 March;58(1):29-35
Copyright © 2005 EDIZIONI MINERVA MEDICA
lingua: Italiano
Rilievo dell’Indice di Massa Corporea (B.M.I.) in soggetti di età superiore ai 18 anni presso il Servizio di Medicina dello Sport della Repubblica di San Marino in un anno di attività
Benedettini M. M.
Responsabile del Servizio di Medicina dello Sport (I.S.S.) della Repubblica di San Marino
Obiettivo. Scopo di questo studio, è quello di individuare la percentuale di soggetti con eccesso di peso tra gli atleti, di età superiore ai 18 anni, pervenuti presso il Sevizio di Medicina dello Sport della Repubblica di San Marino, in un anno di attività (15 agosto 2003- 15 agosto 2004)
Metodi. È stato rilevato l’Indice di Massa Corporea o body mass index in 615 atleti che avessero compiuto il 18° anno di età. L’Indice di Massa Corporea (BMI: peso/statura al quadrato espresso in kg/m), formula matematica proposta da Quatelet, è un indice universalmente accettato di soprappeso. La facilità della sua determinazione e l’accuratezza con cui, statura e peso, possono essere determinati, lo rendono un metodo di frequente utilizzazione in antropometria.
La classificazione delle diverse categorie di peso è stata quella indicata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).
Risultati. Lo studio ha evidenziato 391soggetti con peso ideale (63,5%), 7 sottopeso (1,2%) e 217 con eccesso di peso ( 35.3%). Analizzando nel dettaglio gli atleti con eccesso di peso sono stati evidenziati 198 sovrappeso (32,2%), 18 obesi di I° (2,9%) e un caso di obesità di II° (0,2%).
Di particolare rilevanza risulta il fatto che questo studio, pur essendo stato effettuato su un campione di popolazione eterogeneo per età, rappresenta comunque una fascia di popolazione fisicamente attiva.
Conclusioni. La stretta correlazione tra BMI e rischio per la salute mette in risalto un serio problema per il medico dello sport, costretto fin troppo spesso a confrontarsi con atleti che svolgono una attività sportiva non idonea alle loro condizioni fisiche. La concomitante e sempre più frequente presenza di ipertensione e/o dislipidemia, fattori di rischio per cardiopatia, complica ulteriormente il giudizio di idoneità.