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Medicina dello Sport 2002 December;55(4):299-304
Copyright © 2002 EDIZIONI MINERVA MEDICA
lingua: Italiano
Indagine sul rapporto allenatore-atleta in età evolutiva
Pizzi A. 1, Fiorineschi M. 2, Tortorelli D. 2, Grifoni G. 2, Giorgi S. 2
1 Centro di Medicina dello Sport FMSI, Viareggio; 2 Unità Funzionale Salurte Mentale Infanzia e Adolescenza, ASL 3, Pistoia
Scopo. Indagine sulle percezioni di sé e degli atleti in età evolutiva in un campione di allenatori.
Metodi. Somministrazione di un questionario semistrutturato a 68 allenatori di età compresa tra i 18 e i 53 anni.
Risultati. Per quanto riguarda la percezione di sé, le principali motivazioni «che spingono» all’attività di allenatore sono individuate nella possibilità di rimanere nel mondo dello sport e di avere un ruolo direttivo; la netta maggioranza si sente investita del ruolo di educatore nei confronti dei ragazzi. Per quanto riguarda le rappresentazioni che essi hanno degli atleti, la capacità di dominare la paura, tollerare la frustrazione e divertirsi sono ritenute necessarie per una buona riuscita unitamente al senso di rivalità e alla socievolezza. Un consistente numero di allenatori ha tuttavia sottolineato l’importanza dell’aggressività e della capacità di andare oltre il dolore fisico. Lo scopo dello sport è individuato principalmente nella sua funzione di sostegno del processo maturazionale del ragazzo.
Discussione. Alla luce dei risultati emersi, si sottolinea la valenza educativa della funzione svolta dall’allenatore nei percorsi di crescita psicologica dei bambini e degli adolescenti (educazione alla socializzazione e a una sana competitività); tuttavia, vengono anche discussi i rischi potenzialmente implicati all’interno di una relazione distorta tra allenatore e atleti (scarsa percezione dei limiti del proprio e dell’altrui ruolo, eccessiva stimolazione della competizione a scapito del divertimento, investimento narcisistico dell’altro).
Conclusioni. Si ritiene utile approfondire lo studio del campo di indagine delle rappresentazioni interne agli allenatori, sia per raccogliere informazioni più accurate sulle differenti componenti psicologiche implicate in differenti categorie (ad es., sport individuali e sport di squadra) sia per strutturare training di formazione personali finalizzati a incrementare consapevolezza e sensibilità relazionale degli stessi nei confronti degli «atleti in crescita».