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Gazzetta Medica Italiana - Archivio per le Scienze Mediche 2020 April;179(4):247-56
DOI: 10.23736/S0393-3660.19.04091-9
Copyright © 2019 EDIZIONI MINERVA MEDICA
lingua: Italiano
Reazione avversa all’aglio e interazioni con i livelli di omocisteinemia
Alberto ANSALONI 1 ✉, Margherita LONGO 2, Gian M. DIANA 3
1 Associazione Pro Ammalati “Francesco Vozza” Onlus, Fatebenefratelli Ophtalmic and Macedonio Melloni Hospital, Milan, Italy; 2 Unit of Clinical Microbiology, Virology, and Emergency Diagnostics, ASST Fatebenefratelli Sacco, Milan, Italy; 3 Unit of Transfusion Medicine, Fatebenefratelli-Ophthalmic Hospital, ASST Fatebenefratelli Sacco, Milan, Italy
OBIETTIVO: Il presente lavoro di ricerca statistica evidenzia un fenomeno poco indagato: l’esistenza di una intolleranza alimentare dai sintomi “lievi”, ma estremamente diffusa all’interno della popolazione, scatenata dall’ingestione di aglio utilizzato nei condimenti dei cibi.
METODI: La ricerca è stata svolta complessivamente su 450 soggetti: un questionario da compilarsi in forma anonima è stato distribuito agli utenti del Centro Prelievi del Presidio Fatebenefratelli dell’ASST Fatebenefratelli Sacco di Milano e ai donatori di sangue del Centro Trasfusionale dello stesso ospedale.
RISULTATI: Risulta evidente, dai risultati qui ottenuti, che circa il 29% dei soggetti testati presenta almeno un sintomo causato da assunzione di aglio con l’alimentazione. Emerge anche che la presenza di iperomocisteinemia sembra far diminuire l’incidenza di questa intolleranza: infatti i soggetti con livelli di omocisteina ematica normale presentano, nel complesso, una percentuale di disturbi digestivi causati dall’assunzione di aglio sensibilmente superiore rispetto ai soggetti affetti da iperomocisteinemia. Si è assunto come valore di confine, tra livello normale e livello patologico di omocisteina ematica, il valore pari a 11 µmol/l. Questa conclusione sembrerebbe essere validata dal test statistico del chi quadrato, dal quale risulta che la differenza tra i valori ottenuti dai soggetti intolleranti normali (rispetto al contenuto ematico di omocisteina) e i valori di quelli iperomocisteinemici è altamente significativa (con un livello di significatività con probabilità di errore inferiore all’1%). Il numero dei soggetti testati è identico fra coloro che presentano livello di omocisteina ematica normale (<11 µmol/l) e coloro che presentano omocisteina patologica (>11 µmol/l). Per quanto riguarda gli altri valori ematochimici, l’età dei soggetti, il sesso, le eventuali terapie in corso e le patologie di cui essi erano eventualmente affetti, i soggetti sono omogeneamente e casualmente distribuiti tra i due gruppi.
CONCLUSIONI: La spiegazione del fenomeno (cioè che la presenza di iperomocisteinemia diminuisce l’incidenza dell’intolleranza all’aglio) potrebbe forse essere cercata nel meccanismo metabolico dell’organismo umano: infatti i solfuri dell’aglio si vanno a innestare nella medesima via metabolica percorsa dall’omocisteina.
KEY WORDS: Donatori di sangue; Iperomocisteinemia; Aglio; Solfuro di allile