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Gazzetta Medica Italiana Archivio per le Scienze Mediche 2013 July-August;172(7-8):643-6

Copyright © 2013 EDIZIONI MINERVA MEDICA

lingua: Italiano

Cardiomiopatia ipertrofica: terapie sperimentali

Incardona V. M., Dato E., Dato A. G.

Centro di Diagnostica Cardiovascolare del Dott. Dato Achille Giuseppe & C., Paternò, Catania, Italia


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L’ipertrofia cardiaca è la causa maggiore di mortalità e morbilità, inclusa la morte cardiaca improvvisa, nei pazienti affetti da cardiomiopatia ipertrofica (CMI). L’utilizzo della terapia farmacologica convenzionale nei pazienti affetti da CMI non è capace di ridurre l’ipertrofia e la fibrosi miocardica. Un trattamento efficace ha come target il meccanismo molecolare coinvolto nell’eziopatogenesi della patologia. Diversi studi hanno dimostrato che la CMI è secondaria all’attivazione di molteplici segnali molecolari ipertrofici ed è potenzialmente reversibile. Effetti benefici si sono dimostrati dalla somministrazione di losartan, bloccanti il recettore dell’angiotensina II, spironolactone, bloccanti il recettore dei mineralcorticoidi, sinvastatina e atorvastatina, bloccanti l’HMG-CoA reduttasi e più recentemente N-acetilcisteina (NAC), efficaci nella riduzione e prevenzione dell’ipertrofia cardiaca. I risultati più promettenti si sono ottenuti mediante somministrazione di NAC. Diversi studi condotti sull’animale hanno dimostrato la reversibilità della fibrosi e dell’ipertrofia permettendo di aprire nuove prospettive terapeutiche.

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