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CASI CLINICI   

Gazzetta Medica Italiana Archivio per le Scienze Mediche 2005 October;164(5):423-6

Copyright © 2005 EDIZIONI MINERVA MEDICA

lingua: Inglese

Miopatia ipokaliemica da ingestione cronica di liquirizia in una paziente normotesa. Caso clinico

Di Grande A. 1, Giustolisi V. 2, Giuffrida C. 2, Noto P. 2, Nigro F. 1, Amico S. 1

1 Unità Operativa Complessa di Medicina e Chirurgia d’Accettazione e d’Urgenza, Azienda Ospedaliera S. Elia, Caltanissetta; 2 UOC di Medicina d’Urgenza, Azienda Ospedaliera Vittorio Emanuele Ferrarotto, S. Bambino, Catania


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L’utilizzo della fitoterapia per la prevenzione e il trattamento di molteplici patologie si è incrementato negli ultimi anni. La maggior parte dei preparati erboristici, quando usati propriamente, è sicura, ma la possibilità di effetti collaterali o di avvelenamenti certamente esiste. Descriviamo il caso di una giovane donna sofferente da due anni di cronica astenia con miopatia ipokaliemica di incerta natura, in terapia con potassio per os. Per l’esacerbazione della sintomatologia, la paziente si è presentata al Dipartimento di Emergenza ove sono state rilevate le seguenti alterazioni ematochimiche: potassio 2,8 mEq/l (valore normale 3,5-5,5 mEq/l), creatina-fosfochinasi 680 U/l (valore normale ≤170 U/l) e alcalosi metabolica. L’infusione di potassio ha corretto rapidamente la disionia, la cui natura è stata attribuita a un lassativo fitoterapico a base di liquirizia che la paziente assumeva giornalmente per il trattamento della stipsi; veniva riferito inoltre il consumo di una grande quantità di caramelle di liquirizia. L’acido glicirrinico ha infatti un potente effetto mineralcorticoide (pseudo iperaldosteronismo primario) e può determinare ipokaliemia con conseguente miopatia. Il dosaggio dell’aldosterone plasmatico, <1 ng/dl (valore normale 1-16 ng/dl), ha confermato l’ipotesi iatrogenica. Nonostante l’abuso di liquirizia sia frequentemente associato a un aumento dei valori pressori, la paziente era normotesa. L’interruzione dell’assunzione di liquirizia, in un controllo a distanza di quattro settimane, ha evidenziato una normalizzazione delle alterazioni ematochimiche e la scomparsa della sintomatologia. Gli Autori enfatizzano l’importanza di includere i fitoterapici nell’anamnesi farmacologica e di informare i pazienti sui possibili rischi inerenti il loro utilizzo.

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