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ARTICOLI ORIGINALI   

Gazzetta Medica Italiana Archivio per le Scienze Mediche 2004 December;163(6):239-42

Copyright © 2004 EDIZIONI MINERVA MEDICA

lingua: Inglese

Breve tempo di clampaggio e protezione cerebrale con Pentotal nell’endoarteriectomia carotidea. Risultati perioperatori

Fuseri M. 1, Nicoletti A. 1, Biglioli P. 2

1 Vascular and Endovascular Surgery Unit, Monza Polyclinic, Monza, Italy; 2 Cardiovascular Department, IRCCS Monzino Foundation, University of Milan, Milan, Italy


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Obiettivo. Lo scopo di questo studio è valutare l’efficacia della tecnica standard di endoarteriectomia carotidea (carotid endarterectomy, CEA) mini-invasiva associata alla protezione cerebrale con sodio tiopentale (Pentotal) come alternativa all’uso routinario dello shunt.
Metodi. È stata considerata una serie consecutiva di 100 CEA. Tutte le CEA sono state eseguite per una stenosi carotidea maggiore del 70% sintomatica o asintomatica, in anestesia generale e protezione cerebrale con Pentotal sotto controllo elettroencefalografico. In tutti i casi è stata eseguita una CEA standard con arteriotomia longitudinale dell’arteria carotide comune e una minima arteriotomia della carotide interna. Non è stato utilizzato nessun shunt intraluminale in favore dell’uso della protezione cerebrale con Pentotal. Un controllo clinico e una valutazione mediante eco-color Doppler sono stati eseguiti a 1 mese dall’atto chirurgico.
Risultati. In questa serie non abbiamo avuto decessi, è stato rilevato 1 ictus e 2 deficit neurologici transitori. Tutti i deficit erano omolaterali alla CEA e correlati a difficoltà tecniche piuttosto che al fallimento della protezione cerebrale. Le complicanze non neurologiche hanno compreso 2 restenosi asintomatiche > del 50% a 1 mese e 2 lesioni dei nervi cranici. Non sono stati registrati occlusioni carotidee, ematomi di ferita o infarto miocardico.
Conclusioni. In questa serie la CEA associata a un breve tempo di clampaggio e alla protezione cerebrale con sodio tiopentale si è dimostrata efficace in termini di basso tasso di ictus ischemico, alto tasso di pervietà e di rapidità dell’intervento chirurgico. Un ulteriore follow-up è necessario per valutare il tasso di restenosi.

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