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ARTICOLI ORIGINALI   

Gazzetta Medica Italiana Archivio per le Scienze Mediche 2000 August;159(4):139-42

Copyright © 2000 EDIZIONI MINERVA MEDICA

lingua: Italiano

Valutazione dello stato nutrizionale in età avanzata. Nostra casistica

Terra L. 1, Pellicanò S. 1, Calzone R. 2, Dattola O. L. 1, Mandica D. 2, Ciliberto E. 3

1 Regione Calabria - A.S.L. n. 5, Ospedale «S. Giovanni di Dio», Divisione di Malattie Infettive - Crotone; 2 Regione Calabria - A.S.L. n. 5, Ospedale «S. Giovanni di Dio», Dietista; 3 Regione Calabria - A.S.L. n. 5, Ospedale «S. Giovanni di Dio», Servizio di Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva


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Obiettivo. Il deficit nutrizionale dell’anziano è una condizione relativamente frequente e si associa spesso alla compromissione delle condizioni generali.
Le ripercussioni più importanti possono interessare vari organi ed apparati: la risposta immunitaria è compromessa; la funzione respiratoria è depressa; c’è malassorbimento intestinale; la diuresi diviene inadeguata; per la deplezione proteica il cuore è esposto allo scompenso.
Scopo del nostro studio è quello di stabilire delle linee-guida per la valutazione dello stato di malnutrizione in una casistica di 456 persone assistite (p.a.), 212 maschi (46%) e 244 femmine (54%), di età superiore ai 60 anni (19%) su 2375 p.a. giunte alla nostra osservazione nel periodo 1993-1998.
Metodi. La nostra valutazione si è basata: sulla valutazione delle abitudini alimentari dei pazienti, sull’andamento del peso corporeo, sulla capacità reale di assunzione degli alimenti, su un esame obiettivo, esami ematologici; sulla quantificazione del deficit nutrizionale e diagnosi differenziale delle carenze e ricerca dell’etiologia.
L’associazione tra anamnesi dietologica, dati di laboratorio, immunologici e dei test antropometrici permette infatti di classificare gli anziani malnutriti in fasce di rischio crescente.
Risultati. Il 79% dei pazienti hanno evidenziato segni di malnutrizione da cause variamente associate: disidratazione (312), anemia (44), alterata dentizione (31), neoplasie (9), ipotiroidismo (7).
Se il calo ponderale è inferiore al 10% va sospettatta un’iniziale sindrome malnutrizionale, tra il 20-30% c’è un’alta possibilità di carenze; oltre il 30% c’è incremento della morbilità.
Conclusioni. L’alimentazione dell’anziano non deve differire notevolmente da quella delle altre fasce d’età, ma è consigliabile: un’introduzione calorica inferiore, un apporto di carboidrati del 50-55% e di lipidi del 30%.
Auspicabile, inoltre, l’introduzione di liquidi in base alle perdite idriche, di almeno 400 ml/die di latte; il consumo di pane integrale, verdura e frutta.
Appare evidente l’importanza di un adeguato programma di prevenzione per un precoce riconoscimento di un deficit nutrizionale.

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