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NOTE DI TERAPIA   

Gazzetta Medica Italiana Archivio per le Scienze Mediche 2000 April;159(2):71-8

Copyright © 2000 EDIZIONI MINERVA MEDICA

lingua: Italiano

Miconazolo versus miconazolo+ibuprofene-isobutanolammonio nella terapia delle vaginiti da miceti

Lanza P. 1, Corea D. 2, Mastrantonio P. 2

1 Villa Michelino - Lamezia Terme (Catanzaro); 2 Università degli Studi - Catanzaro, Istituto di Scienze Ginecologiche e Pediatriche


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Obiettivo. Le infezioni cervico-vulvo-vaginali ricorrenti rappresentano un gruppo di patologie molto frequenti e con notevoli risvolti sia dal punto di vista sociale che della qualità della vita delle donne affette.
Metodi. Visto che solo in alcuni casi la cura antimicrobica è efficace, si è intrapreso uno studio in doppio cieco per valutare l’eventuale efficacia del trattamento col solo miconazolo al posto del miconazolo più l’antinfiammatorio ibuprofene-isobutanol-ammonio.
Sono state prese in considerazione 30 donne affette da cervico-vulvo-vaginite a genesi micotica, randomizzate in due gruppi, A e B (sono state escluse dallo studio le pazienti che assumevano terapie in grado di interferire con i risultati dello studio).
L’analisi statistica dei punteggi è stata condotta: a) per la variazione nel tempo entro i gruppi, mediante il test di Wilcoxon; b) per il confronto fra i gruppi, sia come valori basali che come entità delle variazioni, mediante il test di Mann-Whitney.
Il gruppo A è stato trattato con miconazolo (1 cpr 500 mg×2/die)+ibuprofene-isobutanolammonio in soluzione allo 0,1% per irrigazioni vaginali; il gruppo B con miconazolo+soluzione placebo per irrigazioni vaginali.
I segni e i sintomi sono stati presi in considerazione prima, dopo 3 giorni e dopo 7 giorni di trattamento, e valutati secondo punteggio (da 0 a 3), usando il test di Wilcoxon, il quale ha dato luogo a una differenziazione nel tempo di scomparsa dei sintomi nei due gruppi.
Risultati. Considerando i singoli sintomi, si sono avuti i seguenti risultati. Prurito: presente nei due gruppi con valori basali mediamente modesti; il gruppo A ha reagito meglio del gruppo B dopo 3 giorni e anche dopo la settimana di terapia. Dolore: presente in forma lieve e modesta in entrambi i gruppi; il confronto nei primi 3 giorni di prova è stato nettamente a favore del gruppo A, nei giorni seguenti e anche a fine ciclo di terapia c’è stata una significativa differenza. Bruciore: presenza omogenea del sintomo nei due gruppi con intensità modesta; anche in questo caso il risultato è stato favorevole al gruppo A, sia dopo 3 giorni che nel periodo complessivo della prova. Leucorrea: punteggio medio uguale (2,3) nei due gruppi alla valutazione basale. Sia dopo 3 giorni che dopo l’intera settimana di terapia, si è avuta una diminuzione maggiore nel gruppo A. Eritema: sintomo presente in 8 soggetti di ciascun gruppo con intensità non significativamente diversa. Il ridotto numero dei casi con il sintomo presente non consente di attribuire, al gruppo A, un miglior risultato. Arrossamento delle mucose: presente nei due gruppi in diversi gradi di intensità e con punteggio pressoché omogeneo.
Statisticamente il gruppo A ha evidenziato, sia al primo controllo che come esito finale, un risultato decisamente favorevole.
Conclusioni. La maggior efficacia ottenuta nel gruppo A è statisticamente significativa per p<0,05.
La tollerabilità è stata da buona a ottima in entrambi i gruppi, e non ci sono stati effetti collaterali importanti; nel gruppo A si sono verificate, dopo il trattamento, due gravidanze, probabilmente per l’effetto anti-infiammatorio nella risoluzione della infezione vaginale.
L’effetto sui parametri ematochimici è stato buono in entrambi i gruppi.
Anche il confronto tra il gruppo A e il gruppo B, eseguito con il test di Mann-Whitney, ha evidenziato un netto miglioramento dei sintomi prurito, bruciore, dolore e leucorrea già dopo 3 giorni di terapia nel gruppo A.
I dati dimostrano quindi che l’ibuprofene-isobutanolammonio per irrigazioni vaginali è sicuramente efficace e sinergico quale coadiuvante terapeutico nelle affezioni flogistiche dell’apparato vulvovaginale di origine micotica, che possono essere anche causa di sterilità.

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