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Gazzetta Medica Italiana Archivio per le Scienze Mediche 2000 April;159(2):53-7
Copyright © 2000 EDIZIONI MINERVA MEDICA
lingua: Italiano
Arteriopatie obliteranti croniche degli arti inferiori. Terapia farmacologica ed ozono terapia
Colombo R., D’angelo F., Arzini A., Abbritti F., Boccalon L.
Azienda Ospedaliera G. Salvini, Garbagnate Milanese, Divisione di Chirurgia Vascolare
Obiettivo. Si conosce da tempo l’effetto terapeutico dell’ozono nel trattamento delle arteriopatie, quando questo viene somministrato per via endovasale.
Vari Autori hanno evidenziato come questa terapia migliorerebbe il trasporto e la cessione di ossigeno ai tessuti.
Metodi. Tra i principali meccanismi che possono portare a questo risultato riteniamo che il più importante sia l’aumento del 2,3 difosfoglicerato (2,3 DPG). Tale enzima consente la diminuzione dell’affinità dell’emoglobina verso l’ossigeno e maggior cessione di questo ai tessuti.
Risultati. Abbiamo confrontato i risultati di un campione di pazienti trattati con terapia farmacologica tradizionale e di un campione di pazienti trattati con ozonoterapia secondo i nostri usuali protocolli. Tutti i pazienti sono stati trattati con la tecnica della grande autoemotrasfusione, il dosaggio di ogni trasfusione è stato di 5000 µg di ozono aggiunti a 200 cc di sangue scoagulato con citrato. Le applicazioni sono state eseguite bisettimanalmente per un numero di 5 sedute.
Sono stati considerati 50 pazienti in trattamento farmacologico al secondo stadio di Fontaine, e sono stati trattati contestualmente altri 50 pazienti con ozonoterapia.
I pazienti in trattamento farmacologico hanno presentato indici di miglioramento sintomatologico nel 50% dei casi.
I pazienti trattati con ozonoterapia hanno presentato miglioramento sintomatologico nell’86% dei casi.
Le variazioni del 2,3 DPG considerate prima e dopo il trattamento si sono correlate al miglioramento sintomatologico ottenuto. In generale a bassi indici di 2,3 DPG è corrisposto un innalzamento dello stesso dopo trattamento e un miglioramento della sintomatologia. Tuttavia anche nel caso di valori di partenza elevati dell’enzima, si sono ottenuti miglioramenti significativi.
Conclusioni. Si può ritenere che il criterio predittivo nel caso di bassi indici di 2,3 DPG all’inizio del trattamento è indicativo e non assoluto.
In ogni caso l’attività dell’ozono induce miglioramenti al disopra di ogni aspettativa nel caso vengano trattati pazienti che presentino una riserva metabolica da stimolare e potenziare.