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ARTICOLI ORIGINALI  PICCOLO INTESTINO E COLON: LE NOVITÀ 

Minerva Gastroenterologica e Dietologica 2010 March;56(1):27-34

Copyright © 2010 EDIZIONI MINERVA MEDICA

lingua: Inglese

Un servizio per il trattamento ambulatoriale delle malattie infiammatorie croniche intestinali presso un centro Torinese di primo livello

Actis G. C., Rosina F.

Division of Gastro-Hepatology, Gradenigo Hospital, Turin, Italy


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Obiettivo. È stata condotta un’analisi ad interim sul funzionamento del neonato ambulatorio delle malattie immuno-infiammatorie all’Ospedale Gradeni-go, che dal gennaio 2008 al giugno 2009 ha raccolto, diagnosticato e seguito 88 pazienti di malattia infiammatoria intestinale (43 con colite ulcerativa, 38 con malattia di Crohn e 7 con colite indeterminata).
Metodi. Sono stati usati 48 cicli di cortisonici, 79 cicli di mesalazina, 46 cicli di tiopurine, e tre pazienti hanno ricevuto biologici anti-TNF. Con più manifestazioni extra-intestinali, maggiore bisogno di cortisonici, più visite e più chirurgia, il Crohn si è confermato malattia più refrattaria della colite e più dispendiosa di risorse. Varia collateralità è stata mostrata da tutti i farmaci, richiedendo specifica attenzione nelle strategie volte a superare il singolo effetto collaterale: si è tratto particolare vantaggio dalla tecnica avanzata di sostituire l’azatioprina con la mercaptopurina in caso di intolleranza.
Risultati. Le percentuali di uso di steroidi, di remissione stabile e di ricorso alla chirurgia nella colite e nel Crohn furono 30, 50, <20 e 40, 27, 30, rispettivamente. Le tiopurine si sono rivelate essenziali nel mantenere la remissione della colite ulcerosa: la loro azione non è risultata indispensabile solo nelle forme sinistre o già resecate. La conduzione dell’ambulatorio da parte di un solo sanitario ha comportato apprezzabile congruenza nelle scelte e quindi facilitazione della loro interpretazione e individuazione dei criticismi, dall’altro può aver aumentato l’arbitrarietà e gli effetti placebo.
Conclusioni. I dati suggeriscono che negli ultimi 30 anni vi è stato spazio per il miglioramento della gestione di queste malattie sulla base principale di affinare il know-how dell’uso dei farmaci “convenzionali”.

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