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REVIEW L’EPATOLOGIA NEL 2009
Minerva Gastroenterologica e Dietologica 2009 March;55(1):5-22
Copyright © 2009 EDIZIONI MINERVA MEDICA
lingua: Inglese
Diagnosi e terapia dell’epatite B cronica: update 2009
Morgan M., Keeffe E. B.
Division of Gastroenterology and Hepatology Department of Medicine, Stanford University Medical Center, Stanford, CA, USA
La diagnosi di epatite B cronica (chronic hepatitis B, CHB) è basata su una combinazione di marcatori sierologici, virologici, biochimici e istologici. La storia naturale dell’infezione da virus dell’epatite B (hepatits B virus, HBV) può essere distinta in quattro fasi: tolleranza immunologica, clearance immunologica (CHB HBeAg-positiva), portatore inattivo di HBsAg e riattivazione (CHB HBeAg-negativa). I pazienti che si trovano nelle fasi di clearance e riattivazione e con aumentati livelli di alanina aminotransferasi (alanine aminotransferase, ALT) e di HBV DNA, sono candidati alla terapia antivirale. Il principale determinante degli outcome terapeutici per la CHB è la soppressione delL’HBV DNA e la soppressione a lungo termine della replicazione virale è probabilmente in grado di ridurre la progressione alla cirrosi ed al carcinoma epatocellulare. Le attuali opzioni terapeutiche antivirali per la CHB includono interferon alfa-2b, peginterferon alfa-2a, lamivudina, adefovir, entecavir, telbivudina e tenofovir. Nei pazienti con CHB HBeAg-positivi, la terapia antivirale è indicata quando i livelli di HBV DNA sono≥20 000 UI/ml, in presenza di elevati livelli di ALT. Per i pazienti HBeAg-negativi, la soglia per l’inizio della terapia è inferiore (HBV DNA≥2 000 UI/ml), in presenza di elevati livelli di ALT. La presenza di necro-infiammazione, almeno di grado moderato, e di fibrosi alla biopsia epatica può essere utile per supportare la decisione di iniziare la terapia, in particolare nei pazienti con livelli di ALT normali. In corso di terapia i pazienti richiedono un monitoraggio ogni 3-6 mesi per verificare l’aderenza alla terapia, confermare che la risposta terapeutica sia ottimale e controllare l’eventuale sviluppo di resistenza se è utilizzato un agente per via orale. Gli aspetti che rimangono controversi o che richiedono di essere ulteriormente studiati sono la necessità della biopsia epatica basale, le soglie di HBV DNA e ALT per l’inizio della terapia, la durata ottimale della terapia antivirale, la scelta di uno specifico agente antivirale, la risposta alla soppressione subottimale della replicazione virale e il ruolo della terapia combinata.