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ARTICOLI ORIGINALI   

Minerva Gastroenterologica e Dietologica 2003 September;49(3):173-6

Copyright © 2003 EDIZIONI MINERVA MEDICA

lingua: Italiano

Il trattamento chirurgico dell’acalasia esofagea. Nostro orientamento

Maiorana A. M., Sanzo A. C., Ciulla A., Damiani S.


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Obiettivo. L'acalasia dell'esofago coinvolge l'intero organo dallo sfintere esofageo superiore a quello inferiore con un ampio spettro di varianti fisiopatologiche e cliniche. Da ciò la necessità di individuare per ogni caso il diverso grado di coinvolgimento fisiopatologico sia del corpo dell'esofago che dello sfintere esofageo inferiore. Nella nostra esperienza, fra le metodiche diagnostiche utilizzate, la cinesofagografia, indagine purtroppo ancora poco diffusa, è quella che consente il più completo inquadramento morfologico e funzionale della malattia. È nostro orientamento limitare la miotomia al giunto esofagogastrico con approccio per via addominale nei casi di acalasia di grado II e III, dove gli elementi fisiopatologici più importanti coinvolgono solo l'area dello sfintere esofageo inferiore. Estendiamo la miotomia dallo sfintere esofageo inferiore all'arco dell'aorta attraverso un approccio toracico.
Metodi. Dal 1984 al 2002 abbiamo trattato 148 pazienti con acalasia, 90 con un approccio addominale, 22 tramite VALS (Video Assisted Laparoscopic Surgery), 36 con un approccio toracico; nei primi 2 gruppi abbiamo praticato una miotomia breve con confezionamento di plastica antireflusso secondo Dor; nel 3° gruppo invece una miotomia lunga con plastica antireflusso sec. Belsey Mark IV.
Risultati. Il nostro orientamento di calibrare il trattamento chirurgico sulla base dei dati fisiopatologici e morfofunzionali ci ha consentito di ottimizzare i risultati clinici postoperatori, in particolare con un miglior controllo del sintomo disfagia.
Conclusioni. Il trattamento chirurgico della acalasia deve essere differenziato sulla base dei dati fisiopatologici al fine di migliorare i risultati chirurgici.

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