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Minerva Gastroenterologica e Dietologica 2001 March;47(1):3-8
Copyright © 2001 EDIZIONI MINERVA MEDICA
lingua: Inglese
Seroprevalence of Helicobacter pylori infection among blood donors in Torino
Ponzetto A., Pellicano R., Morgando A., Cirillo D., Marchiaro G., Curti F., Rizzetto M.
Premessa. L'infezione da Helicobacter pylori (H. pylori) è una delle infezioni più diffuse a livello mondiale. È stato proposto un effetto di coorte per chiarire le differenze nella prevalenza tra le diverse classi di età, con un tasso di infezione maggiore negli individui anziani rispetto ai giovani. L'origine dell'infezione batterica così come la modalità di trasmissione (oro-orale o oro-fecale) sono tuttora sconosciute e numerosi studi hanno confermato il ruolo dei fattori socio-economici e le caratteristiche delle condizioni di vita dell'infanzia nell'acquisizione dell'H. pylori. In questo studio, abbiamo analizzato l'età e la prevalenza specifica secondo il sesso dell'infezione da H. pylori in una popolazione composta da soggetti apparentemente in buona salute, i donatori di sangue della banca del sangue del nostro ospedale.
Metodi. Da aprile 1995 a luglio 1995, abbiamo reclutato 619 donatori volontari di sangue (523 maschi, 96 femmine, età media 47±5,3 anni, range 18-65 anni), presso la Banca del Sangue dell'Ospedale Molinette (Torino). La sieroprevalenza dell'H. pylori è stata valutata analizzando con un test in commercio di immunoassorbimento enzimatica (ELISA, Helori-test Eurospital), la presenza di anticorpi sierici (IgG) contro il batterio.
Risultati. La sieroprevalenza globale dell'H. pylori nella popolazione è stata del 47%; 265/523 maschi (51%) erano sieropositivi rispetto a 26/96 femmine (27%) (p<0.0001, OR 2.77 intervallo di confidenza 95% 1.67-4.61). Una volta suddivisi per sesso e decadi di età per gruppo, la differenza è risultata significativa in tre sottogruppi: tra i soggetti maschi con età compresa tra 20-29 anni, tra 40-49 anni e tra 50-59 anni. La sieroprevalenza risultava inoltre significativamente più elevata negli anziani rispetto ai giovani, sia nei maschi che nelle femmine.
Conclusioni. Questo studio conferma l'effetto coorte. In uno studio futuro sarà arruolato un numero equilibrato di persone appartenenti ai differenti gruppi.