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Minerva Gastroenterologica e Dietologica 1999 June;45(2):77-88
Copyright © 1999 EDIZIONI MINERVA MEDICA
lingua: Inglese, Italiano
La chemioembolizzazione degli epatocarcinomi. Nostra esperienza
Chieppa A. M., Fonio P., Barbero S., Cassinis M. C., Gandini G.
Full text temporaneamente non disponibile on-line. Contattaci
Obiettivo. Valutare i risultati ottenuti, in pazienti affetti da carcinoma epatocellulare primitivo, con la chemioembolizzazione confrontandoli con altre tecniche terapeutiche.
Metodi. Dal gennaio 1991 al gennaio 1996 121 pazienti sono stati sottoposti complessivamente a 186 sedute di CEAT.
Risultati. Si è ottenuta una sopravvivenza media totale di 5,8 mesi con percentuali di sopravvivenza a 12 e 24 mesi rispettivamente del 41,5 e 24,4%, che migliorano significativamente in rapporto al numero di sedute ed alla classe di Child-Pugh di appartenenza. I risultati della nostra esperienza nella chemioembolizzazione degli epatocarcinomi sono migliori rispetto alla storia naturale dei pazienti portatori di questa neoplasia non trattati, ma inferiori rispetto a quelli del trattamento chirurgico e dell¹alcolizzazione riportati in letteratura. Va comunque sottolineato che tutte le casistiche chirurgiche non comprendono pazienti in classe C di Child, mentre l¹alcolizzazione non viene eseguita nelle lesioni di diametro maggiore di 5 cm ed in quelle plurifocali. La nostra casistica, al contrario, così come le maggiori riportate in letteratura sulla chemioembolizzazione con risultati sostanzialmente sovrapponibili, comprende anche pazienti che normalmente sono esclusi da casistiche chirurgiche o di alcolizzazione, a tutto sfavore dei risultati della sopravvivenza globale.
Conclusioni. È possibile ipotizzare che la terapia non chirurgica di elezione, in futuro, sarà l¹associazione di CEAT ed altre metodiche (alcolizzazione e radiofrequenza) per pazienti di classe A e B di Child con lesioni capsulate di diametro superiore ai 3 cm.