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Chirurgia 2009 August;22(4):191-3
Copyright © 2009 EDIZIONI MINERVA MEDICA
lingua: Inglese
Gravi complicanze dopo radiofrequenza intra-operatoria: ablazione della recidiva pelvica di cancro del retto
Altomare D. F., Rinaldi M., Marino F., Sallustio P., Lupo L.
Department of Emergency and Organ Transplantation, General Surgery and Liver Transplantation Unit, University of Bari,Bari, Italy
Il tasso di recidiva pelvica (PR) è compreso tra il 5% e il 45% nei pazienti sottoposti ad intervento chirurgico resettivo con intento radicale per cancro del retto e solitamente le recidive non sono passibili di escissione radicale, essendo la maggior parte a sviluppo extraluminale. I pazienti affetti da PR hanno una breve sopravvivenza con una scarsa qualità di vita, anche in assenza di metastasi a distanza. Gli Autori riportano il caso di un paziente di sesso maschile di 75 anni trattato per PR con infiltrazione del tessuto presacrale e precoccigeo, manifestatasi 48 mesi dopo intervento chirurgico di resezione anteriore del retto e successivo trattamento radio-chemioterapico. Il paziente è stato sottomesso a nuovo intervento di resezione colica e ad ablazione intraoperatoria con radiofrequenza (RFA) del tessuto tumorale pelvico residuo. Dopo il trattamento chirurgico, il paziente ha riferito alleviamento del dolore pelvico, ma ha sviluppato febbre, ritenzione urinaria e osteomielite sacrale. I sintomi sono migliorati con la terapia antibiotica, tuttavia la vescica non ha recuperato la sua sensibilità e ha imposto la cateterizzazione a permanenza. A sei mesi di distanza, il paziente non aveva presentato segni clinici o radiologici di recidiva tumorale, ma ha sviluppato un’ischemia dell’arto inferiore secondaria ad occlusione dell’arteria poplitea ed è deceduto per complicanze settiche. La RFA rappresenta uno strumento chirurgico innovativo per il trattamento delle recidive neoplastiche pelviche, ma dovrebbe essere riservata, a causa della sua considerevole morbilità, ai pazienti che non si possono giovare di altri trattamenti.