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Chirurgia 2005 June;18(3):107-10

Copyright © 2005 EDIZIONI MINERVA MEDICA

lingua: Italiano

Le ferite d’arma bianca. La nostra esperienza

Basile G., Nicolosi A., Primus A., Chiarenza S., Di Mari P., Buffone A.


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Obiettivo. Esaminare in maniera critica l'esperienza accumulata sulle ferite d'arma bianca presso un'Unità di Chirurgia d'Urgenza, con lo scopo di ottimizzare l'approccio diagnostico e terapeutico e quindi di proporre delle linee guida da applicare in questi pazienti.
Metodi. Sono stati considerati 44 pazienti giunti al Pronto Soccorso dell'Ospedale Vittorio Emanuele II di Catania con ferita d'arma bianca. L'età media è stata di 33,9 anni; i cittadini extracomunitari sono stati 11 (25%). Le lesioni superficiali sono state 29 (66%), quelle profonde 15 (34%). Le prime sono state trattate con toilette e sutura a strati. Le lesioni profonde hanno interessato il torace in 1 caso, l'addome in 10 casi e torace e addome in 4 casi. I visceri colpiti sono stati: stomaco, ileo, cieco, flessura colica destra, colon discendente, sigma, fegato, milza, cuore, pleura, polmone sinistro, polmone destro (2 casi), diaframma (2 casi) e grande omento (4 casi). Nella maggioranza dei casi l'intervento è consistito nell'emostasi e nella sutura della lesione dell'organo; in alcuni casi è stata necessaria una resezione (splenectomia, emicolectomia destra, resezione di ansa ileale).
Risultati. Dei 44 casi trattati, un solo paziente (2,2%) è deceduto a causa di una lesione cardiaca con shock ipovolemico associato. Tutti gli altri pazienti sono guariti senza andare incontro a complicanze degne di rilievo.
Conclusioni. L'analisi dei dati raccolti nei 44 pazienti con ferita d'arma bianca ha permesso di identificare delle linee guida efficaci. Dopo un rapido esame delle condizioni generali e locali (estensione e profondità della ferita) si opta per uno dei seguenti percorsi diagnostico-terapeutici: se il paziente si trova in condizioni di instabilità emodinamica, presenta una eviscerazione o ha segni evidenti di una peritonite si procede a un trattamento rianimatorio e successivamente lo si porta in sala operatoria per sottoporlo a intervento chirurgico; se invece il paziente è emodinamicamente stabile si esplora attentamente la ferita e si eseguono alcune indagini diagnostiche (Rx torace, Rx diretta addome, TC, laparoscopia), che orienteranno verso la semplice sutura dei tessuti superficiali o verso il trattamento chirurgico in narcosi.

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