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Rivista Italiana di Chirurgia Maxillo-Facciale 2003 April;14(1):17-21
Copyright © 2004 EDIZIONI MINERVA MEDICA
lingua: Inglese
Approccio combinato neurochirurgico e maxillo-facciale in traumi cranio-facciali: esperienza clinica
Faccioli G. 1, Fraccari E. 1, Cristofori L. 2, Baldin C. 1
1 Maxillofacial Surgery Division General Hospital, Verona, Italy 2 Division of Emergency Neurosurgery and Neurological Intensive Care General Hospital, Verona, Italy
Il trattamento dei traumi cranio-facciali veniva tradizionalmente eseguito in più tempi chirurgici. Il primo tempo neurochirurgico, prevedeva l’evacuazione di raccolte ematiche intracraniche, la riparazione di lacerazioni durali e il ripristino della conformazione della teca cranica in presenza di fratture ossee dislocate e una eventuale toilette dei tessuti molli del distretto maxillo-facciale.
Il trattamento delle fratture facciali veniva eseguito solo dopo 10-14 giorni, mentre i difetti del contorno frontale venivano riparati dopo 6-12 mesi.
Si riteneva di poter ridurre così sia il rischio di infezione del sistema nervoso che il potenziale danno neurologico a lungo termine dovuto al prolungamento dei tempi anestesiologici.
È preferibile effettuare il trattamento di complessi traumi cranio-facciali con un approccio combinato neurochirurgico e maxillo-facciale che consente di ottenere in un’unica seduta operatoria risultati funzionali ed estetici definitivi.
Riducendo il numero di interventi chirurgici si ottiene così un duplice vantaggio in termini di costi biologici e di diminuzione della spesa sanitaria.
Nella casistica da noi presentata, eseguita su 16 pazienti, non si sono verificate infezioni, né peggioramenti neurologici o cardiovascolari dovuti agli effetti dell’anestesia generale.
I risultati ottenuti ci consentono di concludere che l’approccio combinato neurochirurgico e maxillo-facciale consente di ottenere un trattamento chirurgico adeguato e definitivo sia dal punto di vista estetico che funzionale dei gravi traumatismi cranio-facciali.