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Acta Vulnologica 2007 December;5(4):187-93
Copyright © 2007 EDIZIONI MINERVA MEDICA
lingua: Italiano
Utilizzo della Vacuum Assisted Closure Therapy: esperienza della divisione di Chirurgia Orto-pedia Oncologica del Regina Elena di Roma
Zoccali C., Prencipe U., Favale L.
IFO - Istituto Regina Elena, Roma
In chirurgia ortopedica oncologica, vengono spesso eseguiti interventi tecnicamente complicati e demolitivi che obbligano il chirurgo a confrontardi con problemi di guarigione dell’accesso chirurgico. La mancata chiusura della ferita è uno dei fattori determinanti nella scelta se eseguire o meno un intervento, influendo anche sulla sopravvivenza del paziente. L’elevata frequenza della deiscenza delle ferite è in relazione da una parte all’infezione, particolarmente comune negli interventi sul sacro e sul bacino, dall’altra all’ischemia cutanea derivante dal dovere ricorrere a estese dissezioni; la chemioterapia e la radioterapia, l’età avanzata, la preesistenza di malnutrizione, l’insufficienza renale, l’obesità, il diabete mellito e le vasculopatie possono aggravare ulteriormente il quadro. La terapia antibiotica prolungata, la revisione chirurgica della ferita e i lembi di copertura sono spesso necessari per la guarigione degli accessi chirurgici ma talora non sufficienti. L’introduzione della VAC-therapy ha influito sulla prognosi di molti pazienti sottoposti a chirurgia oncologica maggiore, permettendo la chiusura di ferite un tempo ritenute inguaribili, diminuendo in ogni caso la durata del ricovero ospedaliero rispetto ai tempi usuali pre-VAC. Viene di seguito riportata la nostra esperienza nell’utilizzo della “Vacuum assisted closure therapy”, le indicazioni, i limiti e le possibili complicanze riscontrate nella pratica clinica, si illustrano inoltre i casi più significativi.