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Acta Vulnologica 2007 March;5(1):19-27

Copyright © 2007 EDIZIONI MINERVA MEDICA

lingua: Italiano

L’ambulatorio di vulnologia: principali caratteristiche di un gruppo di pazienti portatori di lesioni ulcerative croniche

Corradin M. T., Fava C., Marcuz G.

Unità Operativa di Dermatologia Azienda Ospedaliera di Pordenone, Pordenone


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Obiettivo. Obiettivo dello studio è stato quello di scattare una fotografia sulla situazione dell’Ambula-torio di Vulnologia dell’Unità Operativa di Dermato-logia dell’Azienda Ospedaliera Santa Maria degli Angeli di Pordenone, identificando le principali caratteristiche dei pazienti che sono afferiti alla Struttura nell’arco di un determinato periodo di tempo.
Metodi. Sono stati analizzato 100 pazienti che consecutivamente hanno frequentato la Struttura, scegliendo come fascia temporale il periodo di settembre-novembre del 2006. Di tutti i pazienti sono stati studiati vari parametri, alcuni che facevano riferimento alla caratteristiche del soggetto stesso (età, sesso, patologie di base, terapie concomitanti) altri invece alla natura della lesione (sede, diagnosi eziologica, trattamenti topici instaurati, recidivanza). I risultati ottenuti sono stati successivamente rappresentati con grafici riassuntivi.
Risultati. I dati ottenuti ci hanno permesso di delineare le caratteristiche principali dei nostri pazienti. Le donne afferiscono più frequentemente degli uomini alla nostra Struttura (il sesso femminile rappresenta il 64% dell’utenza). La patologia più spesso riscontrata è stata l’ulcera venosa, come viene descritto in letteratura. Anche le ulcere vasculitiche, diversamente da quanto riportato, sono state relativamente frequenti, infatti rappresentano l’11% nella nostra statistica, al pari delle ulcere ischemiche e hanno colpito in particolar modo il sesso femminile (82% dei casi). La fascia di età più colpita è stata quella dai 70 ai 90 anni per le donne e dai 60 agli 80 per gli uomini. Una discreta percentuale delle lesioni ulcerative per cui è richiesta la consulenza vulnologica presentava un’insorgenza post-traumatica. È interessante sottolineare come all’interno di questo gruppo quasi la metà dei pazienti non manifestava segni di patologia arteriosa o venosa sottostante. Tra i nostri pazienti un nutrito numero, circa il 43%, nel periodo di trattamento dell’ulcera, stava assumendo farmaci che in qualche modo potevano ritardare la guarigione clinica.
Considerando le terapie topiche praticate, i prodotti da noi più utilizzati sono stati gli idrocolloidi, le idrofibre e il cadexomero iodico. Non sono state notate significative differenze nella risposta ai vari presidi topici; possiamo solo segnalare come secondo i nostri dati le ulcere post-traumatiche sono quelle che rispondevano meglio alla terapia topica con idrocolloidi. Gli idrocolloidi, d’altro canto, sono stati il prodotto che più di altri ha creato problemi di sensibilizzazione. Segnaliamo infine come anche nella nostra casistica ancora purtroppo molto elevata è stata la percentuale delle ulcere che recidivano, circa il 69% secondo la nostra casistica..
Conclusioni. Ci è sembrato importante illustrare i nostri dati, perché in letteratura non ci sono molti studi che mostrino quale sia le reale situazione degli Ambulatori di Vulnologia presenti in Italia, sia riguardo alla tipologia dei pazienti trattati, che riguardo alle terapie che vengono instaurate. Ci auguriamo che in futuro possa venir fatto una specie di censimento sulle varie realtà esistenti al fine di meglio tracciare gli identikit dei pazienti con lesioni ulcerative croniche.

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