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Acta Vulnologica 2006 September;4(3):135-44

Copyright © 2006 EDIZIONI MINERVA MEDICA

lingua: Italiano

Metodologia clinica in vulnologia. Fondamenti scientifici per un corretto trattamento locale

Somà K. 1, Furlini S. 2

1 Servizio Cure Domiciliari ASL 7 Volpiano, Torino 2 Medico di Medicina Generale ASL 7, Volpiano, Torino


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Descrivere una Lesione Cutanea Cronica (LCC), costituisce la prima fase per arrivare ad un corretta diagnosi e terapia. È noto che interventi infermieristici e medici non coordinati conducono a malgestione della terapia locale con aumento della durata di malattia. Un approccio clinico integrato consente di migliorare la qualità dell’assistenza, ridurre tempi e costi di gestione attraverso una pianificazione del lavoro ed una conoscenza appropriata delle medicazioni. Il paziente viene coinvolto nella stesura del piano terapeutico, stipulando con lui un contratto al fine di ricercare una compliance ottimale: scegliendo con noi il percorso terapeutico, aumenta la probabilità che questo venga seguito fino alla fine. Medicare altro non è che “Promuovere e mantenere le migliori condizioni affinché il complesso processo della riparazione tessutale possa iniziare e proseguire senza ostacoli fino alla guarigione della lesione” come insegna Thomas S. Il metodo che proponiamo nasce dalla attenta osservazione della letteratura sull’argomento. Mediante la Wound Bed Preparation (WBP) Score di Falanga si ottiene una valutazione oggettiva dello stato attuale della lesione ed in particolare “quanto quella ferita è preparata alla guarigione”. È possibile utilizzare tale Score come termine di valutazione del nostro operato. L’analisi anatomico funzionale della ferita, unitamente alla ricerca dei bisogni della lesione secondo WBP, conducono alla scelta della medicazione idonea. Dopo un periodo di trattamento, una rivalutazione dello Score di ferita consente di definire appropriato o meno l’intervento su di essa. È nostro compito a questo punto ripercorrere la flow chart attraverso una rianalisi per individuare le possibili alternative di trattamento locale. Una proposta dunque volta a unificare la metodologia di approccio alla LCC, coinvolgendo il paziente come parte attiva nella cura.

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