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Acta Vulnologica 2003 August;1(1):21-32
Copyright © 2003 EDIZIONI MINERVA MEDICA
lingua: Italiano
Ossigenoterapia iperbarica nelle ulcere da pressione. Review
Longobardi P., Vernotico L., Baldini E., Baroni P., Sasselli A.
Centro Iperbarico, Ravenna
L’evidenza che l’ossigeno sia un elemento chiave del processo di guarigione delle ulcere supporta l’importanza di un adeguato apporto di ossigeno al tessuto riparativo. La resistenza alle infezioni è strettamente correlata alla pressione parziale dell’ossigeno a livello locale che è essenziale per i processi immunitari nella ferita: i radicali liberi dell’ossigeno derivano dall’ossigeno molecolare e sono mediatori importanti per l’attività cidica antibatterica.
L’eziologia primaria delle ulcere da decubito è la necrosi da pressione in un tessuto poco sensibile. Le ulcere più piccole possono essere trattate con pulizia chirurgica ambulatoriale, medicazione avanzata, scarico della pressione e controlli sanitari frequenti (screening) del paziente. Lo standard di cura per le ulcere più gravi, con tessuto necrotico contaminato, è: pulizia chirurgica e copertura con lembo muscolare vascolarizzato, terapia antibiotica e scarico della pressione. Le comuni ulcere da decubito insorgono in aree non ischemiche, quindi, non vi sono i presupposti per l’utilizzo della ossigenoterapia iperbarica (OTI). In ogni caso, l’OTI è appropriata come trattamento coadiuvante in caso di: 1) ulcera da decubito nelle estremità, complicata da ischemia che non risponde allo scarico della pressione e alle comuni cure delle ferite; 2) ulcera infetta o infezione necrosante dei tessuti molli; 3) osteomielite; 4) lembi compromessi. Nei pazienti con ulcera da pressione è stato dimostrato che l’OTI, come coadiuvante, arresta la proliferazione batterica e stimola la granulazione in preparazione alla chirurgia plastica. La chiave del successo per migliorare la guarigione delle ulcere difficili, ulcere da decubito comprese, è il corretto inquadramento clinico del paziente e, per l’OTI, il giusto timing.