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Acta Phlebologica 2015 April;16(1):41-51
Copyright © 2015 EDIZIONI MINERVA MEDICA
lingua: Inglese
I polmoni delle rane e la scoperta di Malpighi dei capillari polmonari
Tonetti L.
Department of Philosophy, Sapienza University, Rome, Italy
Nel 1661, Marcello Malpighi (1628-1694), uno dei più importanti anatomisti e medici del xvii secolo, pubblicò due lettere De pulmonibus, entrambe indirizzate a Giovanni Alfonso Borelli (1608-1679). Nella prima lettera, grazie all’aiuto del microscopio, Malpighi dimostrò che i polmoni non erano “visceri carnosi”, ma avevano una struttura vescicolare. Inoltre, mediante i nuovi reperti anatomici osservati, corresse anche la concezione tradizionale della funzione polmonare: i polmoni non raffreddano il cuore, come precedentemente supposto, ma servono a mescolare il sangue. Nella seconda lettera, Malpighi decise di eseguire dissezioni di rane. Assistito dal suo collega e amico Carlo Fracassati (1630?-1672), poté osservare le anastomosi tra arterie e vene nella circolazione polmonare. Gli strumenti di ingrandimento e le nuove procedure anatomiche gli consentirono di dimostrare non solo questa connessione tra arterie e vene, ma anche il movimento del sangue in direzioni opposte: grazie a queste osservazioni, Malpighi esibì una forte evidenza a sostegno della teoria di Harvey. Tuttavia, Borelli, la cui collaborazione si rivelò fondamentale, mise in discussione la posizione di Malpighi sulla funzione polmonare: i polmoni non mescolano il sangue, ma si limitano a dividere le sue particelle nelle componenti più piccole. Dunque, la funzione dei polmoni non è mescolare il sangue ma generarlo, in forza del ruolo di attivazione esercitato dalle particelle dell’aria. Questo lavoro si propone di analizzare tutti questi aspetti all’interno del programma di ricerca di Malpighi e di mostrare il progresso raggiunto dall’anatomia microscopica italiana nella seconda metà del XVII secolo.