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Acta Phlebologica 2012 August;13(2):105-8
Copyright © 2012 EDIZIONI MINERVA MEDICA
lingua: Inglese
Novità sulle trombosi venose profonde distali. Risultati preliminari di uno studio multicentrico
Guarnera G. 1, Abeni D. 1, Antignani P. L. 2, Apollonio A. 3, Conti F. 4, Mollo P. L. 5, Murgiano A. 6, Ofria F. 7, Ruggieri M. 8
1 IDI-IRCCS, Rome, Italy; 2 San Giovanni Hospital, Rome, Italy; 3 Viterbo Belcolle Hospital, Viterbo, Italy; 4 San Camillo Hospital, Rome, Italy; 5 Anagni Hospital, Frosinone, Italy; 6 Israelitico Hospital, Rome, Italy; 7 Anzio Hospital, Anzio, Rome, Italy; 8 Rieti Hospital, Rieti, Italy
Obiettivo. Non esistono studi che forniscano livelli validi di evidenza per risolvere la controversia del trattamento ottimale delle trombosi venose profonde distali (TVPD). Il trattamento standard attualmente prevede due tipi di approccio: terapia anticoagulante e terapia compressiva o terapia compressiva e monitoraggio mediante ecoDoppler. Diversi studi riportano in pazienti non trattati una percentuale di propagazione del trombo alla vena poplitea nell’8% dei casi e una risoluzione completa della trombosi dopo 4 settimane nel 20% dei pazienti. In questo studio vengono riferiti il disegno e alcuni risultati preliminari di uno studio condotto in pazienti affetti da TVPD e trattati per quattro settimane con nadroparina in mono somministrazione e terapia compressiva.
Metodi. In otto centri clinici del Lazio sono stati arruolati 111 pazienti affetti da trombosi delle vene gemellari o tibiali, diagnosticate mediante ecoDoppler. È stato elaborato un protocollo di studio che forniva informazioni socio demografiche, anamnesi clinica, con particolare riguardo ai fattori di rischio, misurazione delle circonferenze di polpaccio e caviglia e rilievo del dolore mediante scala visuoanalogica (VAS). Dopo 7 e 28 giorni i pazienti venivano nuovamente valutati mediante ecoDoppler, erano nuovamente riportati i valori delle circonferenze di polpaccio e caviglia e della VAS del dolore e registrati eventuali eventi avversi.
Risultati. Alla fine del periodo di studio non si è osservato nessun caso di propagazione della trombosi alla vena poplitea e nessun evento avverso. La circonferenza del polpaccio nella gamba affetta è diminuita in media significativamente dall’epoca dell’arruolamento (38,1 cm) alla 1° settimana (37,1 cm) e alla 4° settimana (35,7 cm). Anche i valori della VAS del dolore sono diminuiti in modo significativo durante lo studio: le medie osservate alle 3 visite sono state rispettivamente 58,4, 30,7 e 12,7. Sono in corso di valutazione i dati relativi alle percentuali di risoluzione della trombosi.
Conclusioni. Lo studio suggerisce che il trattamento anticoagulante associato alla terapia compressiva è sicuro e determina un miglioramento clinico (come testimoniato dai rilievi delle circonferenze di polpaccio e caviglia) e una riduzione del dolore, che fanno ipotizzare la possibilità di registrare dalla elaborazione dei dati anche alte percentuali di risoluzione completa della trombosi. Tali risultati, insieme con una maggiore soddisfazione dei pazienti per la mono somministrazione della terapia, forniscono una possibile indicazione alla scelta e alla durata del trattamento delle TVPD.