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Otorinolaringologia 2005 September;55(3):209-16
Copyright © 2009 EDIZIONI MINERVA MEDICA
lingua: Italiano
Complicanze otoneurologiche del trattamento chirurgico dell’otosclerosi
Redaelli de Zinis L. O., Provenzano L., Campovecchi C., Nassif N., Zanetti D., Antonelli A. R.
Clinica Otorinolaringoiatrica Università degli Studi di Brescia, Brescia
Obiettivo. Obiettivo dello studio è stato quello di analizzare le complicanze della chirurgia stapediale.
Metodi. È stato eseguito uno studio retrospettivo su pazienti operati consecutivamente di stapedectomia o stapedotomia analizzando le varianti anatomiche, le complicanze intraoperatorie e postoperatorie per valutare i fattori influenti sulla comparsa di vertigini, acufeni e ipoacusia neurosensoriale.
Risultati. Nel 20,5% dei pazienti erano presenti varianti anatomiche che potevano rendere più complesso l’intervento. Nell’11% dei casi sono state osservate complicanze intraoperatorie, più frequentemente nei pazienti con anomalie anatomiche (17,5% vs 9,3%; p=0,01). A 6 mesi è stato osservata una ipoacusia neurosensoriale nel 3,3%, a 1 anno nel 4,1%, a 5 anni nel 4,6% e a 10 anni nel 6,8% dei pazienti. I valori erano superiori seppur non significativamente per le stapedotomie. Non vi è stata differenza significativa negli acufeni postoperatori tra pazienti con anomalie anatomiche (4,4% vs 4,1%), nelle stapedectomie (5,1% vs 2,7%) e tra interventi con complicanze intraoperatorie (4,9% vs 4%). La prevalenza di vertigini postoperatorie era solo di poco più elevata nei pazienti con anomalie anatomiche (22,8% vs 20,1%, p=NS), in quelli sottoposti a stapedectomia (23,1% vs 17,1%, p=NS) e in quelli in cui si sono verificate complicanze intraoperatorie (27,9% vs 19,8%, p=NS).
Conclusioni. La chirurgia stapediale appare gravata da una maggiore prevalenza di complicanze intraoperatorie in caso di presenza di anomalie anatomiche senza influenza sulle complicanze postoperatorie. Non è stata rilevata una significativa maggiore prevalenza di complicanze otoneurologiche nella stapedectomia che viceversa a lungo termine potrebbe avere un effetto di protezione per la coclea.