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Otorinolaringologia 2005 September;55(3):165-7
Copyright © 2009 EDIZIONI MINERVA MEDICA
lingua: Italiano
Il compenso nella neurite vestibolare
Casorelli I., Mandalà M., Nuti D.
Dipartimento di Scienze Ortopedico-Riabilitative Radiologiche e Otorinolaringoiatriche Sezione di Otorinolaringoiatria Università degli Studi di Siena, Siena
Dopo una neurite vestibolare, la maggior parte dei pazienti con residuo deficit funzionale raggiunge un compenso vestibolare statico. Solo nel 16% è infatti ancora rilevabile un nistagmo spontaneo dopo 6 mesi. Al contrario i segni vestibolari dinamici tendono a persistere probabilmente perché i meccanismi di adattamento difficilmente riescono ad essere efficaci quando si utilizzano stimoli ad elevata velocità, specie se l’organo periferico rimane gravemente danneggiato.
In genere i pazienti con una areflessia vestibolare calorica persistente mostrano un deficit del riflesso vestibolo-oculomotorio durante la rotazione rapida della testa o la persistenza di un nistagmo indotto da Head Shaking (HSTest). Per contro nel 50% dei pazienti con iporeflettività residua a 6 mesi si osserva un compenso anche di tipo dinamico.
Dall’analisi dei dati in nostro possesso, appare che il test calorico, sebbene considerato il gold standard nella detezione di un deficit vestibolare periferico può fornire risultati falsamente negativi, pur se raramente. Nella nostra casistica infatti vi sono pazienti che dopo 3 e 6 mesi dal deficit vestibolare acuto presentano un test calorico nei limiti della norma ma un HST patologico.