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Otorinolaringologia 2005 September;55(3)155-8
Copyright © 2009 EDIZIONI MINERVA MEDICA
lingua: Italiano
Il compenso vestibolare: aspetti neurofisiologici
Manfrin N.
Clinica Otorinolaringoiatrica Dipartimento di Scienze Sensoriali IRCCS Policlinico San Matteo e Università di Pavia, Pavia
Con il termine compenso vestibolare si intende una serie di processi neurologici complessi che si estrinsecano a differenti livelli e che consentono a un soggetto che ha subito una perdita improvvisa della funzione vestibolare di ritornare alla normalità. La dinamica degli eventi principali del compenso avvengono nelle strutture del SNC attraverso moficazioni dell’attività neuronale a livello dei nuclei vestibolari. Dopo una improvvisa perdita vestibolare i neuroni dei nuclei vestibolari ipsilaterali alle lesione cessano di possedere una scarica basale (resting activity). Il loro ripristino funzionale coinvolge multipli meccanismi neurogeni. Attualmente si sostiene che intervengano più processi che si attivano immediatamente o più tardivamente.. La crescita assonale (sprouting) da parte dei neuroni intatti che vanno a contrarre delle sinapsi con neuroni lasciati liberi dalla degenerazione assonale dei neuroni lesionati è di tipo tardivo e interviene più nel mantenimento del compenso. Anche l’ipersensibilità da denervazione è un processo tardivo: le cellule dei nuclei vestibolari private delle afferenze mostrano un aumento della sensibilità al relativo neurotrasmettitore. Neuroni di altra origine (visiva, propriocettiva, ecc.) che contraggono sinapsi con i nuclei vestibolari possono liberare lo stesso mediatore generando una risposta esagerata. L’adattamento neurale è invece il processo più rapido nel compenso cui fanno seguito gli altri due processi più lenti. La deafferentazione acuta genera un notevole incremento nell’attività afferente tonica dei neuroni di tipo I nei nuclei vestibolari controlaterali nei confronti dei quali cessa l’effetto tonico inibitorio delle fibre commisurali. Il rapido adattamento di tali neuroni comporta una progressiva riduzione dell’inibizione commisurale che consente ai neuroni del lato lesionato di riprendere la propria attività tonica basale.