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CASI CLINICI   

Giornale Italiano di Dermatologia e Venereologia 2012 February;147(1):111-7

Copyright © 2012 EDIZIONI MINERVA MEDICA

lingua: Inglese

Pediculosi ed entodermoscopia

Scanni G.

Dermatology Department, Distretto Socio Sanitario n° 6 ASL Bari, Italy


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La diagnosi ad occhio nudo dello Phthirus pubis può comportare qualche difficoltà rispetto alle altre forme di pediculosi (Pediculus corporis e Pediculus capitis) a causa delle sue piccole dimensioni 1,2x0,8 mm, per la sua scarsa colorazione ma anche perché può rimanere fermo abbastanza a lungo da non richiamare l’attenzione dello sguardo.
Date queste premesse può l’ausilio del dermatoscopio ritornare in qualche modo vantaggioso? L’esperienza sviluppata in due casi clinici “limite” sembra dare una risposta positiva grazie all’aggiunta di informazioni specifiche sull’insetto e sulle uova note agli entomologi ma non correntemente impiegate nella diagnosi clinica dei dermatologi.
Con il dermatoscopio l’identificazione del Phthirus pubis può avvenire in vivo ed in situ per mezzo di due attributi specifici della lendine rappresentati dalla forma conoidale dell’opercolo e dall’ampio manicotto di fissaggio della stessa al pelo.
Tali aspetti permettono all’operatore di risalire al tipo di pidocchio infestante specialmente quando l’insetto non è più reperibile o le uova si trovano in sedi diverse dal pube.
L’entodermoscopia (la dermoscopia ad indirizzo entomologico) quindi sembra promettere vantaggi importanti rispetto all’osservazione al microscopio ottico in termini di immediatezza dell’analisi in corso di visita ma anche in termini di specificità a condizione che il dermatologo abbia qualche conoscenza di entomologia sul parassita.

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