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Giornale Italiano di Dermatologia e Venereologia 2004 April;139(2):111-30
Copyright © 2004 EDIZIONI MINERVA MEDICA
lingua: Inglese, Italiano
PUVA fotochemioterapia: aggiornamento 2003
Capezzera R., Sala R., Venturini M., Zane C., Calzavara-Pinton P.
Dipartimento di Dermatologia Azienda ospedaliera Spedali Civili di Brescia, Brescia, Italia
Gli psoraleni sono i fotosensibilizzanti più diffusamente utilizzati nella pratica dermatologica e l’acronimo PUVA (Psoraleni più UVA) è spesso utilizzato come sinonimo di fotochemioterapia. Gli effetti biologici della fotochemioterapia sono ottenuti attraverso una cascata di eventi molecolari innescati dalla fotoattivazione di un cromoforo esogeno.
In accordo con i primi studi sulla fotosensibilità cutanea, solamente sorgenti UVA a banda larga sono utilizzate per la PUVA terapia.
8-MOP è lo psoralene più utilizzato, ma possono anche essere usati 5-MOP e TMP.
Balneo-PUVA è un altro interessante progresso.
PUVA è una delle alternative terapeutiche più diffuse per il trattamento di psoriasi, dermatite atopica, vitiligine e linfoma cutaneo a cellule T.
Non vi è consenso generale sul protocollo terapeutico più efficace, sicuro e pratico. Molti centri scelgono la dose iniziale di UVA e i successivi incrementi basandosi sul fototipo cutaneo. Altri centri hanno scelto di determinare la minima dose fototossica di ogni paziente precedentemente alla prima irradiazione. Con il secondo approccio il numero di esposizioni era significativamente inferiore per i pazienti con fototipo I e II, ma non per quelli con fototipo III.
Un altro impiego molto interessante della PUVA orale è rappresentato dalla fotochemioprofilassi, ossia la prevenzione delle recidive di patologie idiopatiche fotosensibili inducendo di una progressiva tolleranza alla radiazione solare.
Il rischio principale a lungo termine di PUVA terapia con elevate dosi cumulative di UVA è rappresentato dall’insorgenza di tumori cutanei e il rischio è ancora più grande per i pazienti che sono stati precedentemente esposti ad altri trattamenti con nota azione carcinogena, o pazienti che sono a rischio per tumore cutaneo (fototipo I e II, familiarità per tumore cutaneo, lavoratori fotoesposti ecc.).