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Giornale Italiano di Dermatologia e Venereologia 2003 December;138(6):431-48
Copyright © 2003 EDIZIONI MINERVA MEDICA
lingua: Italiano
Varianti non comuni di melanomi. Una revisione
Lentini M., Batolo D.
Dipartimento di Patologia Umana-Anatomia Patologica Università degli Studi di Messina, Messina
Accanto alle forme classicamente riconosciute, i melanomi presentano una limitata percentuale di varianti istologiche non comuni. Queste varianti possono essere raggruppate secondo criteri diversi. Una distinzione schematica le raggruppa secondo le somiglianze morfologiche con i nevi, i sarcomi o i carcinomi. Un altro criterio eminentemente pratico può distinguere i melanomi rari ma, comunque, ben identificabili da quelli che presentano difficoltà diagnostiche (ad esempio melanomi desmoplastici, mixoidi) o che simulano nevi e dai melanomi rari del gruppo dei nevi blu. Pur senza pretese di rigore tassonomico, è possibile distinguere le varianti rare dei melanomi in base all’attività funzionale (melanomi amelanotici), ai caratteri citologici (melanomi a cellule fusate, a piccole cellule, plasmacitoidi, signet-ring, a cellule balloniformi), ai caratteri citologici e strutturali insieme (melanomi nevoidi, spitzoidi), ai caratteri dello stroma (melanomi desmoplastici, mixoidi, osteocartilaginei), al comportamento biologico oltre che ai caratteri morfologici (melanomi a minima deviazione), ai criteri topografici oltre che istologici (melanomi intradermici, nevi blu maligni, melanomi equini, melanomi combinati, melanomi dei tessuti molli). Tra le varianti indicate alcune, più di altre, possono presentare problemi di diagnosi differenziale, soprattutto nei confronti di neoformazioni melanocitarie o mesenchimali. È questo, ad esempio, il caso dei melanomi desmoplastici in cui anche le indagini immunoistochimiche possono non apportare elementi risolutivi.