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Minerva Cardioangiologica 2002 April;50(2):107-16
Copyright © 2002 EDIZIONI MINERVA MEDICA
language: Italian
Woman and cardiovascular diseases
Sannito N., Lovreglio V.
Obiettivo. Scopo dello studio è stato valutare il valore aggiuntivo dell'Holter, rispetto alla presenza di angina intraospedaliera e al test ergometrico, nella prognosi a medio termine e nell'iter decisionale dopo un infarto miocardico.
Metodi. Sono stati rivalutati i pazienti ricoverati consecutivamente in un anno per infarto miocardico acuto nella nostra unità coronarica. In 189 pazienti (età 70±11, 137 maschi e 51 femmine) era stato effettuato un Holter predimissione tra la IV e la IX giornata; di questi si è ottenuto il follow-up ad un anno.
Risultati. Il monitoraggio Holter di 24 ore era risultato positivo per ischemia miocardica in 21 pazienti (11%), 4 con angina e 17 in modo silente (80%). Il test ergometrico era stato eseguito in 116 pazienti (61%): il 45% era positivo per ischemia residua, il 42% non diagnostico ed il 13% negativo. Quindici (9%) pazienti avevano avuto angina postinfartuale. I pazienti con Holter positivo per ischemia erano più anziani (73±10 vs 66±11, p<0,05) con maggiore prevalenza sia di angina durante il ricovero sia di test ergometrico positivo (p<0,01). Le notizie riguardanti il follow-up a 1 anno sono state ottenute in 186 pazienti. La predittività positiva dell'Holter per morte o reinfarto è stata del 15% mentre la predittività negativa è stata del 90%, simile a quella dell'assenza di angina (90%) e della mancata positività del test ergometrico (93%). Il sintomo angina ed il test ergometrico, quando disponibile, hanno identificato il 62% dei pazienti con Holter positivo. L'informazione di ischemia residua è stata fornita solo dall'Holter in 8 pazienti (4%). Tra questi uno solo aveva eseguito anche il test ergometrico e 7 non lo avevano eseguito.
Conclusioni. Il contributo aggiuntivo della ricerca dell'ischemia residua all'Holter nella conoscenza della prognosi del paziente reduce da un infarto acuto è assai modesto. L'iter terapeutico è influenzato dalla presenza di ischemia rilevabile solo all'Holter in un percentuale estremamente bassa di casi.