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EDEMA IN MEDICINA RIABILITATIVA   

MR Giornale Italiano di Medicina Riabilitativa 2008 September;22(3):237-41

Copyright © 2008 EDIZIONI MINERVA MEDICA

language: Italian

Epidemiologia

Cossu M.

Piccolo Cottolengo Don Orione, Milano, Italia


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Il linfedema è una affezione cronica ampiamente diffusa ma anche sottostimata Mancano dati precisi sulla diffusione dei linfedemi primari ma vi sono dei reports sul numero di pazienti con linfedema primario che si rivolgono alle cliniche specializzate per il linfedema. L’incidenza annuale di linfedema primario, è stata stimata di 1,5/100.000 soggetti di età inferiore ai 20 anni I linfedemi secondari sono nel mondo soprattutto causati dalla filariasi, e nei paesi industrializzati da chirurgia oncologica e/o radioterapia complementare, soprattutto per tumore al seno. L’incidenza del linfedema dell’arto superiore nelle donne operate al seno: viene riportata tra il 6% e l’ 89%, a seconda soprattutto del tipo di intervento eseguito e dell’uso di radioterapia complementare. Pochi studi hanno valutato l’incidenza del linfedema dell’arto inferiore dopo chirurgia ginecologica ed urologica e/o radioterapia. Dopo chirurgia oncologica ginecologica il linfedema degli arti inferiori è stato ritrovato nell’1-49% dei casi ed è più frequente nelle donne che avevano subito un intervento per carcinoma della vulva con dissezione linfonodale. Nel cancro della prostata l’incidenza di linfedema viene riportata tra il 3% e l’8% ma il rischio di svilupparlo aumenta di tre-quattro volte se al trattamento chirurgico è associata la radioterapia. In caso di melanoma la dissezione linfonodale per la stadiazione o il trattamento predispone al linfedema, presente nel 6-29% dei casi. Un’indagine della Società Italiana di Linfangiologia (SIL) ha evidenziato che in Italia i linfedemi secondari, in particolare quelli post-mastectomia e post-isterectomia, sono nettamente più numerosi rispetto ai primari. Il linfedema è presente nel 20-25% delle donne operate di mastectomia/quadrantectomia e linfoadenectomia ascellare, sino al 35% se vi è associata la radioterapia.

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